martedì 30 dicembre 2008

"la nostra Svezia di serie B" - SDVQ

Ed eravamo immersi nella Svezia. Di serie B. La nostra Svezia piemontese tra le autostrade. E qualcuno ha detto che così ha senso. Senso. Motivami Senso, che è facile buttarla li.
Alle 4 e mezza oramai tramonta ma intanto io e te siamo nel buio più totale a qualsiasi ora che non so mai se è l'orologio sbagliato o lo siamo noi. O solo io. Non ci son più neanche le nostre ombre o le nostre bombe. Tombe di chicosacomeperchè che chi c'è sepolto è SICURAMENTE UNA BRAVA PERSONA se te lo viene a chiedere il Tg 5. Sarai una brava persona anche te, te lo assicuro mon amour.
Ho una valanga di post-it con su scritto parole contaminate che si stan sciogliendo, che intanto non diamo peso alle parole per poterle lasciare volare più in alto. Come se lassù avessero un senso, come se avessi un senso. Il dio sole a 3.60 negli autogrill che intanto ci stiamo mangiando Tutto. iometeluiluiluinoinoivoivoivoivoivoi.
Disdico la mia sim.
Disdico la mia connessione ad internet. In ogni casa-palazzina-pianeta in cui metterò piede.
Ti (dis)dico che non hai senso così. Che non ha senso così.
Ti dis(dico) che non ho senso così. Che non ha senso così.
Disdico casa a Milano.
Disdico l'università che non mi sta insegnando come dare un senso a ciò che Non siamo e a ciò che tu riesci a significare. Forse non ho solo capito semiotica. ma ho passato l'esame lo stesso.
E sulla corsia di sorpasso rischio i frontali che con te non ho mai avuto. Che avevi da dormire-studiare-dire-fare-baciare-lettera-e-testamento.
E sulla corsia d'ospedale rischio d'affondare che con te non ci sono ancora riuscito del tutto. Che a volte lo sperma è più loquace delle tue perplessità.
Ero ovunque nella tua vita. Che non potrai buttarmi fuori con le tue selezioni all'ingresso e le tue cinture di castità di cui il fabbro ha fatto il doppione e ne produce copie private da vendere sottobanco a 25 euro l'una. cadauna.
.cadavere.
Ho finito i soldi da troppo tempo che il ricordo del tuo volto sulla banconota da 10 mila lire mi pare una mia personale rivisitazione storica.
I grotteschi finali che non finiscono. La platea si sta annoiando e inizia a lamentarsi sommessamente. Per calmarli abbiamo chiamato il fabbro per la distribuzione dei paradisi in pillole.
Wake up.
Wake up.
Wake up.
Era tutto un grande sogno e ora sai che cosa è vero. Che cosa (v)ero.
Che i miei stralci di vita diventano stracci che riempio di alcool per le molotov del mio amore, che se prendessi fuoco almeno capiresti che si può provare qualcosa.
A(pa)Tia.
Ci sono delle rappresentazioni del mondo così ev(id)enti che mi viene da ridere quando ci sbatti il naso e non le noti. Non le note.
Dopo la barba dopo il punk dopo tutto abbiamo già mandato giù qualsiasi veleno possibile. già mandato giù. E ciò che stai vomitando e solo l'alcool di tutti i nostri giorni insieme e di tutte le ferite che abbiamo tentato di disinfettare ma poi da li son comunque fuoriuscite centinaia di risposte che ora non sappiamo più che replicare a tutte queste domande.
Ti chiedo dove sei e dici Basta. Che mi pari sconnessa. Che msn cade come quando scendevo a mille le scale per arrivare in tempo da te e mi son fratturato il cuore cadendone giù. abbiamo già mandato giù tutto, cuore compreso. L'abbiamo ingoiato in un colpo solo e oramai è dentro di noi. Cazzi nostri. Cazzi tuoi che ne sai di certo più di me.
Io te e tutti i brani dei Verve che durano più di sei minuti.
E sei muta.


-Stralci Di Vita Quotidiana-
Mattia Barro

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