martedì 23 settembre 2008

RECENSIONE DISCO - The Pinker Tones - Wild Animals

PUBBLICATA SU INDIE-ROCK.IT


Pinker Tones:
Wild Animals

ANNO: 2008
ETICHETTA: Nettwerk

"Una montagna russa di controsensi"

VOTO: 4



GENERE: elettronica con influenze pop e funk.

PROTAGONISTI: si fanno chiamare 'Mister Furia' e 'Professor Manso'.

SEGNI PARTICOLARI: il duo di Barcellona giunge con questo album al terzo LP, dopo i precedenti 'The Pink Connection' (2003) e 'The Million Colour Revolution' (2005).

INGREDIENTI: una miscellanea di elettronica, funky e jazz travolta, a tratti, da incomprensibili scelte sonore. Interessante l'uso di varie lingue quali portoghese e francese.

DENSITA' DI QUALITA': "Cosa stanno facendo questi due spagnoli?" I brani scorrono lasciando l'ascoltatore in un imbarazzo sconcertante... "Cosa stanno facendo?" Ogni traccia è un mondo a sé, una vita a sé, una canzone a sé. L'iniziale 'Hold On' ci proietta in una simpatica e catchy traccia funkyhouse che fa cantare e muovere. Ma le tre seguenti lasciano veramente un senso di completo disorientamento. 'S.E.X.Y.R.O.B.O.T' sembra una parodia di un qualsiasi brano elettronico e si perde su un scelta sonora dannatamente kitsch. Segue 'On Se Promenait', canzone in lingua francese che prova ad assomigliare ad un tributo (o è una parodia?) al cantautorato francese. Sconcertante 'The Whistling Song', possibile futura sigla di un programma tv per bambini, probabilmente dal basso potenziale celebrale. Capire poi, dopo una scossa del genere, se 'Electrotumbao' sia una buona composizione è un'impresa. Latin-house dal taglio brasiliano (con cantato in portoghese) rimane sospesa in un 'forse...'. Si recupera la componente elettronica con 'Fugaz', electro-qualcosa dalle facili linee melodiche che però, nella sua semplicità, si ritaglia uno spazio positivo e spigliato nella memoria. '24' continua sulla falsa riga dell'elettronica legata a vari altri generi (qua spunta un po' di funky e di jazz) e, nel suo minimalismo lirico, si fa apprezzare. 'Biorganized' è un altro tentativo per stupire, piace e non fa male. Il primo singolo, 'Happy Everywhere', non sdegnerebbe in un disco firmato Hot Chip, stesso andamento e stesso uso della voce, sensibile e affascinante. 'Wilde Eleganz' e 'Working Bees' ritrovano un mood dance e ballabile senza mai brillare. Ma l'eccessiva sicurezza di usare la libertà musicale come passatempo per rendersi intellettuali è ripreso ancora una volta nella conclusiva ed eclettica 'Let Go'. Un disco che lascia più dubbi che emozioni, e che non sa dove andare a parare, considerando che i due protagonisti son fin troppo desiderosi di dar spettacolo toccando infiniti punti dell'universo musicale.

VELOCITA': una montagna russa di controsensi.

IL SITO: 'Thepinkertones.com'; 'Myspace.com/thepinkertones'.

Mattia Barro

mercoledì 17 settembre 2008

STRALCI DI VITA QUOTIDIANA - "Con un lei che mi strozza al collo"

Il cielo illuminato a giorno da lampi maestosi. E il leggero vento freddo dell'apocalisse, o di un temporale estivo.
Stanotte è una bella notte per masturbarsi, bere mohito, riniziare a stare male o a stare semplicemente peggio.
Tutti ridono come giocattoli rotti, deformandosi i volti e le giunture. La musica che esce dalle casse è bang bang, bam bam, pura merda mal mescolata come la menta e lo zucchero di canna persi in questo rhum. Indossano collane di fiori e diluvia, perchè non è la loro estate, perchè non è più estate da quando mi hai detto "non sentiamoci più, stiamo lontani" come contagiosi. siamo davvero disumani come i preti, come i prati, come i parti?
Non partiamo.
I treni in Italia tardono, gli aerei in Italia non partono. Restiamo qui che infondo possiamo trovare delle rivoluzioni da fare o dei buoni programmi tv a tarda notte. Le prime tv dei nostri drammi psicologici, o sociologici.
I sogni tendono a scomparire. E le donne amate a ripresentarsi sempre.
"Ho un continuo mal di stomaco" penso guardando i tuoi occhi azzurri mentre mi dici "dovevi farti sentire più spesso" e mentre finisco di ripeterti che "non posso credere che ora stai con lui quando dovresti amare me". Ma credo di pensarlo solo e di fartelo solo intuire dai miei occhi inespressivi. Can you read my mind?
E piove più forte quando mi stringi il braccio e guardi il tuo ragazzo. "Bello il tuo nuovo taglio". Dov'ero Erica quando dovevi amarmi? Probabilmente a piangere su me stesso perchè non ero amato.
Siamo banali come le serate dove sono cresciuto, come le discoteche in cui ho ballato, come le ragazze che mi son scopato, tutte comprese. Dov'è finita l'arte, la cultura, la mia fottuta intelligenza? Annegata nell'ombelico, aggrappata ad un piercing.
La nostra non è una scelta, ma un modo di vivere. Conviviamo. Come i gatti affamati e gli uomini, come i lampi e i fulmini di stanotte, come chi ha bisogno di essere salvato e me.
Mi manchi tesoro. Le nostre stupide risate davanti a uno schermo multicolore e le nostre stupide risate davanti ai nostri umori multicolore. Dannata evoluzione tecnologica, dannata scomparsa del bianco e nero.
Avrei preferito l'apocalisse o la tua influenza malsana o una sana scopata sul bordo della noia.
Motiviamo fanatici, affanniamoci per cercare motivi, cerchiamo di afferrare quei moti che ci distruggono le budella. "guarda come piove, vieni qui sotto. Ti bagnerai.", "grazie tesoro, proteggimi".
Vai da lui e ti siedi sulle sue gambe. Rimango a guardarti. Cos'altro potrei fare per risparmiarmi del dolore?
Arrendermi.
Con un lei che mi strozza al collo.



Mattia Barro

STRALCI DI VITA QUOTIDIANA - "Stanchi E Disinteressati"

Un accenno di alba colora il mare. La sabbia è fresca sotto la luna. Le onde piangono scivolando sul bagnasciuga, ritmate. L'azzurro del mare a riva diviene più scuro a mano a mano che si perde all'orizzonte, dove implode sulle poche e ombrate nubi mattutine. Svariate sfumature di giallo, arancione e rosso fan capolino oltre tutto, rinchiuse dal blu notte del cielo. Sono le 6 e 20 di un normale lunedì mattina, qui ad Ibiza.
Percorriamo il lungo mare camminando distaccati, poichè vengo catturato dallo spettacolo naturale a cui ho la fortuita casualità di parteciparci e non riesco, di conseguenza, a tenere il passo.

- Facciamo un bagno in questa meraviglia - propongo
- Non ne ho voglia - lei
- Boh. Fumiamoci una sigaretta qua - replica Ale

Si siedono sul muretto del lungo mare, ma non li osservo con molta cura. Io inizio a camminare nella sabbia, con le Converse rosse che vengono ingoiate dai granelli ad ogni passo; sprofondo con leggerezza. Mi fermo sul bagnasciuga. L'aria mi scompiglia i capelli, l'aria scompiglia il mondo. Quei pochi metri percorsi mi sembra che mi abbiano permesso di entrare a far parte di quell'idillio. Sorrido, cupo. Mi chino verso il mare e taglio l'acqua con una mano. La sensazione è di freschezza, di rinnovamento.
Loro fumano seduti. Stanchi e disinteressati.
Mi piego sedendomi sui talloni e, lontano, disegno con un bastoncino nell'acqua. Credo che quelle nubi m'ingoieranno prima o poi.E il mare mi farà annegare. Forse c'è Dio, a quest'ora.
Una nave lontana, riempie il mondo di suoni goffi e ridondanti e, a suo modo, arricchisce il panorama.
Un aereo passa sopra noi, non troppo alto. Rombando.
Qualcuno parlerebbe di panismo. La mia mente ora mi parla di panismo. Ho un attacco di panico, ma lo soffoco, respirando a fondo.

- Facciamo un bagno in questa meraviglia - propongo
- Non ne ho voglia - lei
- Boh. Andiamo a casa. - replica Ale

Col bastoncino scrivo "perdonami" sulla sabbia bagnata. Un'onda lo cancella.
Ma la verde principessa dalle gambe a parentesi non ne coglie nulla.

- Andiamo Matti -

Mi passo una mano tra i capelli per fermare l'anarchia del vento. Risalgo la spiaggia e mi siedo sul muretto.
Loro si alzano. Stanchi e disinteressati.
Chiudo gli occhi per sentire rumori e odori lontani, poi devo riaprirli velocemente per non perdere quei colori. Sono rapito.

- Andiamo Matti -

Mi alzo. Dalla mia bocca esce la frase "non siamo più giovani".
Ma la verde principessa dalle gambe a parentesi non ne coglie nulla.
Cammino pianissimo, perdendo il passo quasi subito. Passeggio lento con il volto rivolto al mare, come se mi calamitasse. Supero giovani estasiati, supero giovani in ecstasy.
Un cane corre attorno a noi. Alle 7 meno qualcosa, di una mattina comune. Mi rallegra. Si rallegra.
Loro camminano. Stanchi e disinteressati.
Potrei morire qua, se solo ci fossi te.
Ma la verde principessa dalle gambe a parentesi non ne coglie nulla.

Rientriamo sulla strada principale, come se nulla fosse. Come se avessimo camminato su uno sfondo cinematografico, mal truccati. Come bestie. Come fossimo bestie.
Loro camminano vicini e parlano poco. Stanchi e disinteressati.
Ti scrivo che sarei potuto morire qua, se solo ci fossi stata te.
Ma la verde principessa dalle gambe a parentesi non ne coglie nulla.

Rientriamo in appartamento.
Loro si mettono a letto in silenzio. Stanchi e disinteressati.
Mi preparo un bicchiere di Hierbas e mi siedo in balcone. Bloc notes e penna alla mano, scrivo qualcosa di indecifrabile a livello visivo.
"non ci son grandi scrittori, ma grandi esperienze. E tutto sta nel trovarle, nel capitarci, nel viverle.
Non siamo più giovani,
Sarei potuto morire la, se solo ci fossi stata tu".
Ma la verde principessa dalle gambe a parentesi non ne coglie nulla.



Mattia Barro

STRALCI DI VITA QUOTIDIANA - "Diossido Di Carbonio"

Ed è una continua ricerca per essere alti, altezzosi e intellettuali. Come i porci, come i bianchi alla Casa Bianca, come i proci. Cita pure orrendi film in bianco nero o con colori sul marrone, opachi come non mai, specchi appannati di concetti troppo lontano da noi. E non hai nemmeno la forza di firmare contratti e avere lavori, perchè non ce la faresti, e non potresti davvero più fingere di essere alta, altezzosa e intellettuale come i porci, come i bianchi alla Casa Bianca, come i proci.
Hai venduto il mondo per un paio di scarpe dal tacco alto. Ed è tutta una questione verticale che riusciresti a risolvere meglio nell'orizzontalità del sesso senza sesso. Tra i peli sudati e preservativi che conterranno il senso della vita.
A me esplodono capillari e gli occhi s'iniettono di morte. Causa tua. E mi dici di sottopormi a controlli costosi, finchè posso ancora salvarmi la vita. Avresti voluto uccidermi per salvarmi. Avrei voluto ucciderti per salvarmi. Avrei voluto ucciderti per vederti piangere fuori l'ego. Spero che tu non decida mai di avere figli. Spero in generazioni migliori, almeno nell'altezza. E nell'orizzontalità.
E sarà il Tibet imprigionato dai fuochi artificiali delle olimpiadi o gli abbaglianti alti in autostrada. Per fare vedere che ci siamo. Per fare vedere che ci siamo e corriamo anche veloci. Andiamo a fare la spesa là?
E ho perso la garanzia per poterti sostituire con un modello più frusto, ma di miglior gusto. Non ti ho chiesto di rapirmi la Luna, di vendermi su Marte, di indicarmi Venere nel cielo. Ti ho chiesto solo di non fare quella faccia e quella voce quando le uniche volte che parliamo mi chiedi solo piaceri. Ti ruberei la figa per farti piangere mentre nessuno ti guarda, mentre i feromoni si sgretolano nello smog della circonvallazione. In amori di plastica, in ferraglie vergini. Sentimenti in cassa integrazione. E vitamine da integrare tra un cocktail e un aperitivo.
Sei snella nel tuo vestito da anoressica?
"Voglio essere lasciato in pace", scrivo a terapisti e strozzini. Gli strizzacervelli si addormentato fumando droghe leggere, come il diossido di carbonio o le polvere sottili. E andiamo a vomitare con le targhe alterne, nei sabati sera affollati.
E' una barriera architettonica o il tuo ego? Calpesterò ugualmente.
Dove andiamo a farci male? Sul ring dei vent'anni.


Mattia Barro

RECENSIONE DISCO - Milosh - iii

PUBBLICATO SU INDIE-ROCK.IT

Milosh:
iii

ANNO: 2008
ETICHETTA: K7

"Un disco dalla forte carica emotiva: soffice, intimo, dolce. Come un primo amore."

VOTO:8

GENERE: electro-pop, 'electronica/dowtempo/soul' (definizione sul MySpace dell'artista).

PROTAGONISTI: unicamente Milosh (che di nome fa Mike).

SEGNI PARTICOLARI: Milsoh è un musicista canadese di stampo classico e jazz. E' al suo terzo disco, primo per Pid/K7, dopo i due precedenti 'You Make Me Feel' e 'Meme' per Plug Research. All'età di soli tre anni, inizia a suonare il violoncello. "I try to ride that thin line of mixing technology with some heart" è il suo motto.

INGREDIENTI: Milosh dedica le sue produzioni alla ricerca d'intimità e sentimenti puri. E' una continua condivisione di esperienze e sensazioni. Di elettronica pura, genere in cui viene definito, c'è molto poco. E' un electropop/soul personale, una seduzione di emozioni.

DENSITA' DI QUALITA': ogni brano è un richiamo a qualche sensazione a volte tangibile, a volte onirica. 'Awful Game', in apertura, è una marcetta electropop nel quale fa capolino un ottima linea vocale che ogni tanto abbraccia il soul. Sulla stessa linea la successiva 'Another Day'. Si rallentano i bpm e si spoglia il brano da ogni orpello in 'Gentle Samui', una Gentile e intima esecuzione. Pura leggerezza. Segue 'Remember the Good Things' che, in contrapposizione del brano precedente, si riempie di pizzi e merletti elettronici ad assicurare maggior calore e sregolatezza. Ancora ottime linee vocali, melodie calde e affettuose. 'Warm Waters' è una pioggia leggera che si deposita su due amanti. 'Hold My Breath' ha accenni più ricercati e ci si perde nel suo sottofondo mentre 'Wrapped Round My Ways' è pura sinestesia musicale. In questo scorcio di leggerezza e delicatezza e però ora di partire. 'Leaving Samui' porta via con sé quanto di meglio si è trovato nei brani antecedenti, divenendo sintesi perfetta dell'idea sonora di Milosh. La conclusiva 'The World' non aggiunge nulla di nuovo, facendoci annotare soltanto un'altra ottima esecuzione vocale. Un disco dalla forte carica emotiva: soffice, intimo, dolce. Come un primo amore.

VELOCITA': sempre pochi bpm, un overdose di ritmi lenti e avvolgenti. Un'electro che passeggia tra le stanze dell'emozione.

LA DICHIARAZIONE: "Nelle canzoni che creo provo a fotografare alcuni avvenimenti della mia vita. Prendo in considerazione cose che in qualche modo, che sia positivo, negativo o triste, mi abbiano modo fatto 'muovere' in una qualsivoglia direzione."

IL SITO: 'Myspace.com/milosh'; 'Milosh-iii.com'.

Mattia Barro

martedì 2 settembre 2008

RECENSIONE DISCO - Oppenheimer - Take The Whole Midrange And Boost It

PUBBLICATO SU INDIE-ROCK.IT

Voto: 7

GENERE: indie-pop, electro-pop.

PROTAGONISTI: Rocky O'Reilly (chitarre, tastiere, percussioni, Mac) Shaun Robinson (voce, batteria, tastiera, chitarre).

SEGNI PARTICOLARI: gli Oppenheimer sono un duo proveniente dall'Irlanda del nord, precisamente da Belfast. Han debuttato nel 2006 con l'album 'Woo Hoo Oppenheimer'.

INGREDIENTI: l'idea sonora degli Oppenheimer è molto semplice: un onesto indie-pop con incursioni electro a riscaldare l'atmosfera. Cantati molto soffici e melodie immediate e dirette.

DENSITA' DI QUALITA': un pomeriggio caldo e un po' opaco. Si accende un gioco, qualche spia lampeggia e si viene trasportati dentro l'arrembante 'Major Television Events'. Segue 'Loop Up', chiave di lettura dei migliori Oppenheimer, una corsa tra il grano alto e il caldo. 'Cate Blanchett' è la festa nel paese con i capelli scomposti da una leggera brezza che si segue ci porta sulla riva di un fiume dove immergerci e sognare con 'Only Goal & Winner'. L'intensità diminuisce e il quintetto centrale di brani non fa altro che ripetere la prima parte del disco, facendoci rimanere distesi sulla riva del fiume a farci bagnare dal sole. Arriva poi il buio e una marea di stelle brillanti per 'Fireworks Are Illegal In The State Of New Jersey'. Il disco si conclude con il brusco risveglio hard rock di 'The Never Never' e la robotica quanto affascinante 'I Don't Care What Anyone Says About You, I Think You're Alright'.

VELOCITA': una camminata tra i fili d'erba agitati da un leggero vento, il tramonto ad ovest, una gita in montagna, cavalli che corrono.

IL TESTO: "I'll hand you over to the local police / You're getting’ sort of friendly with the nearly deceased / My medication isn’t on a slow release", da 'Major Television Events'.

LA DICHIARAZIONE: "E' difficile per noi arrivare sulle grandi radio o televisioni eccetera; penso che per noi, e per molte band come noi, MySpace sia una chance per arrivare in maniera più diretta al pubblico."

IL SITO: 'Myspace.com/oppenheimer'.

Mattia Barro