giovedì 11 dicembre 2008

"Cristiani e Cavallette" - SDVQ

Pare che il diabete non salti più le generazioni e che le generazioni non saltino più come la quaglia. Cristo Dio.
E sarà così che mi tatuerò il tuo No sul buco del culo. Che intanto è inutile perdere tempo a dirti cosa come perchè chi quando dove. Anche se me lo chiedi poi sbadigli o ti distrai. Calli da sassolini nella scarpa che bisogna togliere. Ora che abbiamo finito anche il Diossido di Carbonio cosa pensiamo di fare per suicidarci? Il gioco dell'oca sulle mine posizionate dai nostri nonni annoia i più. E i meno male.
Vorrei mandarti una lettera con dentro uno sputo ma credo che le poste italiane non siano abbastanza veloci per non seccarlo. Saresti apatica nel vedere una lettera vuota, bianca. Saresti apatica. Sei apatica mentre agito le mani per attirare la tua attenzione.
Ti dico che ti amo con l'alfabeto morse e con questi enormi segni neri sotto gli occhi. Ti comprerò degli occhiali da vista o degli occhiali da sole a specchio, così mentre ti guarderai attorno almeno potrò riordinarmi i capelli. I capelli. Cambia colore di capelli. Maledetti. Maledetti capelli scombinati.
I Sigur Ros ti ucciderebbero. Atrocemente. Atrocemente. Atrocemente.
Ti ho pregato di pensarci un attimo su, prima di decidere come uccidermi. Perchè ti sei distratta? C'era del sesso in città? C'era del sesso fuori dal mio balcone? Dormivo.
E mi tatuerò i tuoi silenzi ovunque se ci sarà abbastanza spazio. Risparmiando sull'elettricità e sull'inchiostro, sui sentimenti e sulle nocche sporche di sangue.
E' che pensavo che non sarebbe potuta finire così, con le braccia dentro le bocche a togliere organi interni. Chi cazzo se lo sarebbe potuto aspettare? Ti ho chiamato e non hai risposto che avevi dimenticato il cellulare chissà dove e avevi un prurito alla vagina ed una stretta allo stomaco da farti vomitare il Belgio. Non avresti pianto con me vedendo gli Sigur Ros sotto la luna piena. Piangi quando sei piena d'alcool. Apriscatole per il cuore cercasi, e l'Ikea è chiusa e tu dove dormi? Sei caduta dai tacchi alti e ti sei battezzata sul piscio fuori dal locale e Dio si chiede se con una scala bilaterale alla quarta carta deve venire a vedere il tuo probabile bluff o ritirarsi e perdere quanto finora ha puntato. E Cristo se ha puntato.
Saranno i lavori in corso a deviare i percorsi che avevo preparato con cura a tavolino quando ho detto "Possiamo salvarci" e tu hai staccato l'elettricità per tutta Milano che risuonavano tutti gli antifurti e i cani abbaiavano spaventati a morte.
Non ho trovato il coraggio per dirti che eri orrida e battezzata.
Non hai trovato il coraggio per dirmi che avevi da fare, avevi da fare, avevi da fare e non saresti riuscita a passare, "no, questa settimana proprio no". Come se dopo una settimana ce ne fosse subito un'altra. E invece ci vogliono mesi e anni prima che ne arrivi un'altra. Ma non lo capisci e sei cristiana ed alcolizzata.
Ti lascio la porta aperta così stanotte quando arriverai non dovrai aspettarmi al freddo ma tu non passi e io mi sveglio con il mal di gola il raffreddore e la febbre, la febbre.
Il radiobus ti ha lasciato a piedi e si è scaricato l'ipod ed è finito l'alcool e il Plastic ha chiuso per Lutto per Lutto per Lutto e tu non sai più camminare. E le cavallette. E le cavallette.
Prendo un freddo della Madonna e giuro che ti odio così tanto che quando ti vedo vengo ad abbracciarti sorridendo e ti guardo e ti guardo e ti guardo così stai a disagio su quella poltrona scomoda. Caffè amari.
Avrei dovuto metterti incinta e fumarmi una canna.
Ma tu sei cristiana. E io mi sento vicino al 33. 33. 33. 33. 33.


Ti ho consigliato di ascoltare un brano ma hai detto "Le cavallette, le cavallette, le cavallette".

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