venerdì 12 dicembre 2008

"Giornate" - SDVQ

Questa è una di quelle giornate dove perdi i plettri, tutti. Proprio tutti. Che non ti sei ancora alzato dal letto e son già crollate tutte le tue torri gemelle in un paio di messaggi e una chiamata. Che dio è in vacanza che c'è la neve e se la può sciare tranquilla oggi.
Cristosanto.
Questa è una di quelle giornate dove perdi plettri, tutti. Ma proprio tutti. Che magari uno era attaccato alla chitarra e quando la prendi salta via dalle corde e sparisci in angoli della tua casa che non hai mai frequentato il venerdi o il sabato. Non hanno il martini.
Che nessuno sa più che dire e quando apro la bocca per dirti qualcosa, mi sento stupido e taccio. Dando quella breve aspirata d'aria nel silenzio per iniziare a parlare, che crea aspettative. e poi taccio. Che ti ho in un qualche modo dedicato pagine del mio bloc notes e non ho avuto il coraggio di copiarle sul computer dopo ciò che ho fatto, faccio, farò. Farò l'ennesima frase fatta con la faccia sbagliata. E i verbi coniugati male. Che intanto non li nota nessuno che non li legge nessuno che non arrivo e potrei stare a casa a letto per sempre che non cambierebbe molto.
E ascolto musica folk. Italiana. Roba tipo Annie Hall e Green Like July. Anche se le foglie a terra son piene di neve. Che a Milano è difficile definirla tale anche se crea problemi così grossi che sembra il '29 negli stati uniti ad un modo di pensare che ora, dicono sia moderno.
Non sai che dirmi quando non parlo o quando parlo. Che non cambia nulla. E io non so che risponderti. Anche quando dici nulla.
E mi sparo in bocca un chilo di drammi umani per pranzo che mi rimangono sullo stomaco per tutto il pomeriggio.
Che devo mettere i cartelli fuori dalla porta con scritto "Sto morendo e NON sono contagioso" per farti avvicinare. Ma manderesti dei fiori, che vedere la gente morire o morta è da sesto senso. Che se passo i weekend al cimitero vedo anche io la gente morta. Senza rompere i coglioni a nessuno. O fare film. O farmi del film.
Saremo duri a morire comunque.
Stupido istinto alla sopravvivenza.
Che è inutile qualsiasi cosa in una giornata come questa.
Anche morire diventa tale.

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