mercoledì 17 giugno 2009

"A bordo di un aereo sul tetto del mondo ho bevuto vino rosso" - SDVQ

A bordo di un aereo sul tetto del mondo, bevo vino rosso in bottigliette mignon come le nostre ambizioni relazionali. Il nostro "amore" è una turbolenza ed ogni volta che ne vieni a contatto, vomiti nel sacchetto di fronte a te.
Io ti tengo su la fronte.
Stiamo sorvolando l'oceano di stronzate che abbiamo fatto insieme, ma ne proviamo noia. Avvisteremo tutta la terra che abbiamo calpestato per decenni, prima, poi atterreremo schiantandoci contro la realtà.
Come quando a testa in giù mi hai detto che mi amavi e ho capito tutto, ma al contrario. Le gigantesche campagne militari della nostra adolescenza e le mine antiuomo che abbiamo lasciato come ricordo nei nostri parco giochi.
O come quando mi hai somministrato ogni droga possibile mentre giocavamo al dottore del SerT e io ti ho sorriso con uno sguardo perso, paragonandoti a dio. Addio rispondevi.
La hostess ci chiede se abbiamo bisogno di qualcosa da bere avere amare e tu scuoti il capo di Vivienne Westwood che indossi sulle ossa. Al nostro primo avversario hai detto che sono out e tuo. In ogni senso, fino a perderli e svenire.
Il nostro relazionarsi soffre di disturbi alimentari e le turbe elementari che non regoliamo più ci stanno mangiando vivi. E vegetali.
Mesi prima di questa partenza, recitavi ancora. Eri recidiva. Allora ti sei disintossicata da ogni parte e io da ogni arte. Per solidarietà e solidità. E soldi.
Il palco ti stava piccolo come quell'abito nero di chissà quale stilista. Non hai più mangiato da allora. In quel periodo eravamo diabetici e ridotti all'abc. Agli acidi. Agli AC-DC.
Ho sostituito la verità dei tuoi occhi con i tuoi status su facebook e forse ora ti capisco meglio. E ora che stiamo svanendo come la scia di questo aeroplano nel cielo, la borsa dei ricordi non ce l'ho.
Abbiamo anche provato a spegnere il cervello e i motori cercando di provare a sentire ancora qualcosa tra noi.
Abbiamo anche provato a chiedere al comandante di farci pilotare il nostro rapporto oltre altri meridiani e paralleli. Che siamo due orgogliose linee rette.
Ti indico un'isoletta a migliaia di piedi sotto di noi.
Ti dico che sarebbe bello aver casa in un posto così.
Con la testa tra le nuvole rispondi,
sì, forse.

-Stralci Di Vita Quotidiana-
Mattia Barro

martedì 2 giugno 2009

"Altre Brutte Citazioni" - SDVQ

A

Piove da quando mi hai detto ci vediamo e non ci siamo visti. I navigli esondano dai tuoi occhi sulle mie scarpe di tela e te la vorrei tanto dare la motivazione per chiudere i rubinetti della nostra indifferenza. Quando mi hai detto che sarebbe stato bello, o quantomeno normale, ho sorriso e mi son rotto la mandibola.
Mandami altre nostre bugie che ho fame.
Siamo finiti a santificarci ancora prima di parlarci e stratificarci, che ora siamo uno strato superficiale di laicità emozionale. Quantecazzatechedico.
Con i decibel delle tue poesie, per un po', mi ero tappato le orecchie dal mondo. Ma poi avevi altro da fare e il ritorno alla realtà è stato come frantumarsi. O dirti che mi

B

Vorrei che mi tirassi dietro tutti i libri che hai letto. A letto dici che questa è la prassi. Passi che sono giorni che eviti di amarmi, ma almeno rispondi al telefono che è urgente. Suono. Al tuo campanello.
Indosso una maglietta stretta sui polmoni che prima delle tue dichiarazioni non riesco a respirare e forse son svenuto proprio quando hai detto qualcosa riguardo alla fine di qualcosa e l'inizio di null'altro.
Ho finito gli sos. Aspetto la mezzanotte.

C

L'impossibilità di uscirne vivi in qualsiasi mo(n)do. I calli della nostra sopravvivenza tentata e tentennante che usiamo come scudo di protezione. Le nostre frasi preservativo. Perderti fa schifo.
Ho gli occhi gonfi come le tue caviglie. E il mal di testa del nostro sesso.
Ci siamo rotti le ditta stringendoci la mano in promesse (man)tenute all'oscuro.


-Stralci Di Vita Quotidiana-
Mattia Barro