lunedì 21 luglio 2008

RECENSIONE - Traffic Free Festival (GIORNO 2) @ Torino (11.07.08)

PUBBLICATA SU INDIE-ROCK.IT


Punkreas, Wire, Sex Pistols. Il secondo giorno del Traffic porta sulla scena il tema dominante dell'intera edizione: il punk. Il punk visto attraverso tre differenti modi di farlo e viverlo: chi l'ha cercato di stabilire in Italia con attitudini e influenze ska e raggae, chi l'ha reso più colto, arricchendolo, chi l'ha portato alla ribalta nel mondo. Tenendo presenti queste tre diverse concezioni, si può parlare dei singoli live.

Dopo il nubifragio che colpisce la Pellerina nel pre-serata, salgono sul palco i Punkreas (voto: 8), con una scaletta forzatamente ridotta per recuperare il tempo perso. Ciò che va a vantaggio dei Punkreas è che quasi tutti hanno avuto nella loro pre-adolescenza, una loro canzone come inno alternativo di rivalsa verso il mondo ed il sistema (chi ha passato il periodo "odio tutto e voglio essere diverso", sa di cosa parlo). Si parte con 'Voglio Armarmi' e si passa poi per 'Aca Toro' e 'Canapa', cantati a squarcia gola da quasi tutto il pubblico presente che inizia ad agitarsi e pogare insistentemente. Approvata l'idea di metterli a suonare prima di tali mostri sacri: complimenti a chi ha avuto tale brillante barlume di genialità (chi se lo sarebbe aspettato uno show così avvincente?).

A seguire, è il momento dei Wire (voto: 7). Dalle prime note si capisce che sono il gruppo meno conosciuto della serata, sfortunatamente. Il pubblico non sa cosa aspettarsi e, inizialmente, si distrae parecchio. I Wire non fanno, però, nulla per recuperare le pecorelle smarrite, semplicemente suonano, e suonano bene. C'è qualche sbavatura e qualche brano che non riesce proprio a far presa, anche a causa dell'avvicinarsi del live dei Sex Pistols. Potrebbero lasciare il segno, ma il pubblico sembra volerglielo impedire.

Giunge, infine, il live più atteso dell'edizione: i Sex Pistols (voto: n.g.). Prendete vostro padre, o vostro zio, quello che si avvicina di più ad un uomo attempato e sui 100 kg, mettetegli dei bermuda e dategli una chitarra distorta e fategli fare punk. Sarà contento di ricordarsi l'adolescenza persa e bruciata vissuta fino in fondo. Ma voi guardandolo cosa potreste dire?

La risposta a questa domanda è la risposta sul come è stato il concerto dei Sex Pistols. A fine show (esageratamente lungo e comprendente due bis), il pubblico si divide tra 'entusiasti, miracolati dal Signore e innamorati' e 'delusi, tristi e senza più idoli'.

Qui di seguito citerò due frasi (diametricalmente opposte) di Johnny Rotten durante il live: "Siamo qui perchè vi amiamo"; "Non tirare roba contro di noi, caprone. Non siamo noi il vostro nemico, è il governo il vostro nemico. Tiragliela a loro questa spazzatura".

Decidete voi se credere nel ritorno di fiamma di Rotten e compagnia e credere ancora in quel filo di punk che è rimasto o se cercare di evitare di ricadere nel pensare che le reunion siano studiate appositamente per amore dei fans.

Mattia Barro

RECENSIONE - Traffic Free Festival (GIORNO 1) @ Torino (10.07.08)

PUBBLICATA SU INDIE-ROCK.IT


Il problema del Traffic è sempre il solito: orari troppi ristretti per far godere in pieno il potenziale delle varie band. Ci si giostra su 5 ore quotidiane (si potrebbe iniziare un'oretta prima, no?), con naturali restringimenti sugli orari dei vari live act.

Arrivati alla Pellerina (sede degli eventi serali principali), sono già le 20 (Torino soffre di una mancanza di potenziamento dei mezzi in alcune zone della città). Sul palco hanno appena iniziato i Battles (voto:9), band culto per i fan del perfezionismo sonoro. E i Battles non tradiscono: son perfetti. E' tutto un accavallarsi di spilli di note, di battaglie sonore, di ritmi allucinanti su cui tessere una fitta trama di giochi e mimiche che stupiscono e rapiscono. Tutti esemplari musicisti, quasi uno show di tecnicismi, ma di una rarità e unicità esemplare. Ma come ogni statua eccezionale, vi è un difetto: non riesce a trovare completo sfogo in spazi così ampi e sfaccettati (inteso a livello di ascolto del pubblico), prediligendo strutture fisiche più intime, più accoglienti.

La scaletta ci porta prepotentemente ai Soulwax (Voto: 8). La band belga arriva sul palco e sfodera un live tirato, unidirezionale, compatto. C'è poco tempo e deve essere indimenticabile: questa potrebbe essere l'idea di base di un live set parzialmente rivoluzionato per l'occorrenza. La maggior parte delle hits ci sono, ma troviamo anche delle grandi escluse ('Standing In The Way Of Control', ad esempio). I Soulwax si dimostrano sempre efficaci e di facile presa. Lo show è grintoso, duro, energico: questo è l'ennesimo dipinto targato Soulwax.

L'headliner della serata, e a vedere il pubblico non si direbbe, è Tricky (voto: 6). Il live è la promozione del suo nuovo lavoro e si dovrebbe profilare come un'ora piena di drum'n'bass e di puro trip-hop. Tricky cerca di essere ammaliante, ipnotico, ma il suo tentativo, pare riuscire solo in parte.
Chi lo conosce lo apprezza. Chi non lo conosce, lo prova a capire. Ma sembra comunque fuori posto rispetto alla salita musicale che sul filone Battles-Soulwax-2manydjs avrebbe centrato l'apoteosi della completezza sonora. Tricky riesce a creare qualche sensazione, ma non sfonda mai, non dˆ mai il colpo di grazia che farebbe impennare la serata. La monotonia ogni tanto annoia qualche volto, il quale usa le sue profonde produzioni per stendervi sopra discussioni futili su birre, vomito e artisti non convocati.

L'ultimo tassello della giornata firmato 2manydjs (voto: 7). Metà Soulwax salgono sul palco per il dj set conclusivo. Session che risulta un po' più spenta o, semplicemente, più popolare del solito. Ritorna 'YMCA' come apertura (già sentita questo inverno), ritorna 'Sarà Perché Ti Amo' (must nelle selezioni per il pubblico italiano), ritorna 'Flat Beat' di Mr.Oizo (mi ricordo di essere stato veramente giovane ai tempi). Forse a causa del numero elevato di teste che compongono il pubblico di un festival gratuito, i 2 djs vanno coi piedi di piombo (sempre nell'ottica eclettica che li contraddistingue). Così spiegata anche la presenza dei tormentoni targati Justice, Crookers, dei remix dei Soulwax e anche di uno spunto di reggae finalizzato ad allargare il set.

La prima vera giornata Traffic (di quelle col tifo di casa intendo), probabilmente la più interessante, si chiude nella fiumane di corpi che si assembrano sulle navette gratuite perdendosi poi per Torino. Come noi, forse. Domani potrebbero crollare i miti del Punk. Fateci dormire un po' prima dello shock.

Mattia Barro

domenica 13 luglio 2008

RECENSIONE DISCO - Sikitikis - B

Pubblicata su INDIE-ROCK.IT

SIKITIKIS - B
2008, Casasonica

VOTO: 5

GENERE: noir-rock.

PROTAGONISTI: Diablo (Alessandro Spedicati): voce ed effetti sonori; Jimi (Gianmarco Diana): basso; Zico (Enrico Trudu): organo e tastiere; Regiz (Daniele Sulis): batteria.

SEGNI PARTICOLARI: nel disco, come ribadisce la stessa band all'interno del booklet, non vengono suonate chitarre. Il gruppo cagliaritano è alla seconda prova su lunga distanza dopo il precedente 'Fuga dal deserto del Tiki'. L'album è licenziato, come di consueto, da Casasonica.

INGREDIENTI: un rock italiano anomalo, molto noir, dietro al quale c'è una ricerca quasi spasmodica di essere scuri e 'sanguigni' (vedere l'artwork e leggere il nome dei brani per capire il mood costante della band). Influenze decisamente costrette in alcuni brani, che subiscono troppo la presenza del mixer di Casasonica, e altri che subiscono troppo l'idea di far musica della band.

DENSITA' DI QUALITA': 'B' non decolla mai, anzi, ristagna sempre su un mood troppo inquadrato, troppo stretto. Il clima che lo persuade appare indigesto, anche se l'inizio è incoraggiante e brani come 'Little Lu' e 'Rosso Sangue' hanno una bella carica, una ritmica accattivante e si lasciano ascoltare. Ma piano piano l'entusiasmo cala, 'Piove Deserto' fa percepire che qualcosa non quadra e il brano successivo svela tutto: 'L'Ultima Mano' ha un cantato così spudoratamente influenzato (mi volete davvero dire che quella voce non è di Samuel?) e la band sembra già a corto di idee per mantenere fresco un genere così ostico. Seguono due brani di dubbia potenza e la cover della soap opera di Celentano, 'Storie D'Amore' (per perseguire la consuetudine di inserire una cover, ma 'L'Importante' è finire di Mina era decisamente meglio riuscita). Il disco pesantemente riesce a rotolarsi fino all'ultima canzone che, citando precisamente è "liberamente ispirata dal personaggio ononimo contenuto nel romanzo "Manituana" di Wu Ming. Ennesimo tentativo di dar un contenuto intellettuale forzato alla musica. I Sikitikis ci provano, ce la mettono tutta, ma la continua ricerca di produrre musica impegnata (soprattutto se il risultato è così 'normale') alla fine non premia, anzi, debilita, annoia e stanca.

VELOCITA': molti brani dal ritmo spigliato ed invitante, ma mal completati. Un po' troppo omologato nel suo complesso con bruschi rallentamenti troppo forzati.

IL TESTO: basta vedere un poliziesco o un giallo anni '80 ed estrapolare qualche discorso. Il resto è ricerca di sensazioni: 'Piove Deserto' ne è l'apice.

LA DICHIARAZIONE: Diablo: "Stiamo già lavorando all'evoluzione del nostro suono, forse per parlarne e troppo presto. La sola certezza che abbiamo ora è che la strada che stiamo provando ci piace, e molto. L' obiettivo è, comunque, trovare una formula che ci soddisfi pienamente sia nella parte musicale che in quella letteraria."

IL SITO: 'Sikitikis.com' o 'Myspace.com/sikitikis'.

Mattia Barro

mercoledì 9 luglio 2008

STRALCI DI VITA QUOTIDIANA - "Martedì"

non mi accorgo che è martedi quando mi alzo.
non so bene come stia procedendo il mondo. io rallento e lui corre, o qualcosa di simile.
porto sulle spalle qualcosa come chili e chili di cose che non capisco e non comprendo in nessun modo io le disponga davanti a miei occhi. Sarà il sole accecante, sarà che ho perso gli occhiali da sole in modo stupido, sarà che sono stupido.

"I’ve got another confession to make
I’m your fool".


e le macchine sull'autostrada viaggiano e sembrano ferme. Sembra che più schiacci l'accelleratore più il mondo attorno rimanga in posa. Le montagne rimangono lontane, i campi uguali, i pensieri più contorti.
Nell'astrattezza del non dormire mai perdo la focalizzazione sul mondo.

E si arriva a casa e si cerca di lavar via tutto il peggio in un attimo o tutto il meglio lentamente.
Ma poi accadono disastri, catastrofi, cataclismi e tutto va a puttane. E io resto nella mia stanza, solo.
Come se oggi avessi ancora dei soldi da spendere
in puttane.

"I’ve got another confession my friend
I’m no fool
I’m getting tired of starting again
Somewhere new"


Were you born to resist or be abused?




M.Barro

sabato 5 luglio 2008

STRALCI DI VITA QUOTIDIANA - "Devo Insistere Ora"

DIO non è misericordioso come le antenne tv vogliono farci credere.



M.Barro

giovedì 3 luglio 2008

STRALCI DI VITA QUOTIDIANA - "Giallo Crema"

Sala giallo crema.
Scrivanie sparse, computer munite. Fotocopiatrici.
Screensavers con camicie col colletto. Aria asettica.
"E se la mano che cercano fosse proprio la tua?".
La chiamano forza lavoro. E manodopera.
Manpower.