domenica 22 febbraio 2009

"Buon Appetito Amore Mio" - SDVQ

Che siamo finiti a dirci che io e te siamo pertosse. E percosse. Percorse le strade che portano ai burroni per suicidarsi, ci siamo fermati per un picnic. Io ho portato da mangiare e tu i tuoi oggetti più cari, scelti in base ad un calcolo economico con i tassi di inflazione aggiornati. A giornate.
Ti stringo le gambe mentre ci baciamo sdraiati e tu decidi di amputarmi tutto l'amore che ho. E i nostri problemi che si incagliano tra i tuoi collant. O le tue calze a rete. Sbagliare i goal a porta vuota e portare emozioni vuote alle nostre cene dei cretini che ci siamo invitati a vicenda. Avvicinati quando mi urli a bassa voce nel silenzio tombale di ciò che reputiamo musica per occupare spazio.
Che mi innamoro di trecento ragazze a notte pur di passare il tempo e non pensarti e non pesarti. Che quando mi hai presentato ai tuoi, loro hanno chiesto asilo politico sui tuoi satelliti sulle tue lune sui tuoi lumi.
Io aspetto che tu dica qualcosa mentre stendi su una fetta di pane un etto di malcontenti.
"Ho messo le mani in tasca ed ho sputato sulla tavola,
Buon Appetito Amore Mio."

-Stralci Di Vita Quotidiana-
Mattia Barro

RECENSIONE CONCERTO - Emiliana Torrini (Magazzini Generali, 12.02.09)

12-2-2009
Emiliana Torrini @ Magazzini Generali, Milano

PUBBLICATA SU INDIE-ROCK.IT

Il tecnico entra rapidamente sul palco e alza l'asta del microfono. "E' l'unica cosa che dovrei fare", esclama Emiliana sorridendo. I Magazzini Generali sono incredibilmente colmi. Per del songwriting islandese. Di giovedì sera. Da non credere.

Emiliana ne è quasi spaventata e si muove come una bambina imbarazzata durante le sue splendide esecuzioni dei brani, sempre in un inglese fortemente caratterizzato da un accento difficile da mascherare. Dai suoi tre dischi, la gioiosa italo-islandese pesca a più mani, per circa un'ora e mezza di soffici canzoni pop cadenzate da arpeggi di chitarra principalmente malinconici.

La ricerca della felicità sembra la chiave principale su cui la cantautrice cerca di instaurare un rapporto dialogico con il pubblico. La sua musica vuole allargare la luce che vediamo alla fine di ogni tunnel, trascinarcene fuori sorridendo.

Il concerto non subisce evidenti cali durante il suo lungo trascorrere. L'intensità che viene a crearsi è un continuo scambio palco-platea. Spesso vengono zittiti coloro che, accompagnando qualcuno, si perdono sul balcone del bar a parlare di chissà quale guerra mondiale intravista nell'ennesimo reality.

Parlare di singole canzoni sarebbe riduttivo. Emiliana è 'Jungle Drums', ma anche 'Nothing Brings Me Down' e 'To Be Free'. Ed il suo concerto è un sentiero attraverso la sua evoluzione musicale che, ammaliati, continuiamo a percorrere rapiti dalla sua voce cristallina.

Mattia Barro

venerdì 20 febbraio 2009

"Ti ho portato indietro gli ombrelli" - SDVQ

E finisci che tu mi chiedi di nuovo perché ti ho salvato la vita e ora mi sto quasi innervosendo. E a carnevale cerco di baciare il mio orgoglio ma finisco nella bocca di un'altra. Senza incespicare. Poi cado per terra ballando e mi rialzo goffo e tu probabilmente ti starai sparando in vena tutte le canzoni che non ti mai inviato.
Far fronte ai nostri tele-obiettivi.
Gli apici e gli amici che non riusciamo a raggiungere che quando abbiamo corso mano nella mano contro il mondo un palo ci ha sfondato le falangi. Gli effetti serra delle tue parole sillabate e sussurrate.
Che siamo caduti dall'ultimo piano delle nostre pantomime. E abbiamo ballato canzoni d'orrore sulle mine inesplose del nostro passato ingombrante. Scalzi e scazzati. Incazzati.
Hai skippato tutte le tracce dove c'era una M. Eno Ale.
Ti ho portato indietro tutti gli ombrelli con cui mi ero riparato dalle tue piogge sentimentali. Amarti è stato l'ennesimo scolapasta inserito nelle nostre vite Ikea. Il fascino a cui ci rimanda il nord Europa. Il fascino a cui ci rimanda.
Ti ho sussurrato all'orecchio tutti i titoli dei brani che metteva il dj per farti sorridere. E probabilmente hai riso, avendoli riconosciuti per il loro uso ipnotico e per il loro sopruso spasmodico. Siamo destabilizzati e disintossicati da poter vedere quanta noia ci circonda. I nostri sentimenti in panne e i panni sporchi che lavo nel tuo bagno mentre dormi da 12 ore filate e sfilate.
Abbiamo bevuto così tanto da dimenticare il modo con cui sarebbe stato educato dirci addio. Che ora così, suona davvero male.
Che ora così, fa davvero male.



-Stralci Di VIta Quotidiana-
Mattia Barro

lunedì 16 febbraio 2009

"Il giro del mondo il giro del mondo il giro del mondo e tu vomiti" - SDVQ

Ma poi sono arrivati i giorni dopo ed il presente. Ed il futuro prossimo. Che a contare i giorni che mancavano avevamo finito le dita delle nostre mani.
Non c'era Svezia.
Rifare l'asfalto dei nostri sentieri percorsi.
Rifare l'asfalto dei nostri pensieri e di corsa.
Rifare lo smalto dei tuoi ponteggi.
Rifare lo smalto dei miei denti.
E poi son arrivati i corsi universitari e le corsie d'ospedale. I corsi d'acqua dove ci siamo lavati i peccati con lo stesso liquido putrido. Pure tu. E non provavamo imbarazzo a vederci nudi e cosparsi di parti di altri.
Ti ho tenuto la mano quando sei caduta giù nel Grand Canyon e pensavo fosse uno scherzo di cattivo gusto. Avevi la faccia rossa ed eri buffa. Proprio non ci resta che chiuderci in camera tua con i dischi inascoltabili che continui a propinarmi.
L'alba vista dal tuo letto sembra il tramonto. O abbiamo bevuto così tanto da ribaltarci le vite? Che da ubriaca ti sei tatuata il mio nome vicino alla vagina ma manca la i e fa molto ridere. E quando l'hai notato la polizia ha riempito la stanza di lacrimogeni e io ho continuato a riderci su.
Mi hai dato appuntamento sulla torre di Pisa e siamo caduti giù. Solo noi. Avevamo cemento miracolato sulle nostre ginocchia sbucciate. E i cinesi ci facevano foto con obiettivi enormi mentre noi stringevamo i nostri giornalieri obiettivi minuscoli.
Il giro del mondo il giro del mondo il giro del mondo e tu vomiti.
La distanza aerea tra Milano e New York è pari alle nostre incomprensioni settimanali. E Ryan Air intanto ci divora la pazienza reciproca. Al LAX mi dici che hai dei ritardi e non sai dirmi se mentali o mestruali. O orari. E mi limito a sorriderti.
Io e i tuoi xanax sotto la Torre Eiffel.
Io e i tuoi xanax sotto al Big Ben.
Io e i tuoi xanax dentro di me.
Che stare con te era come sposarsi una farmacista.
Quando abbiamo parlato di architettura hai avuto un attacco epilettico pur di non darmi ragione. Diamine. E poi hai attratto tutta quella folla che sembravi un carretto dei gelati.
Avevi sempre fame e la Moleskine della capitale sbagliata.


Abbiamo speso un capitale per starcene a casa quando potevamo uscire ad apprendere qualcosa. A prendere qualcosa.
A perdere qualcosa.


-Stralci Di Vita Quotidiana-
Mattia Barro

giovedì 5 febbraio 2009

"Che io e te siamo come un film di Lynch" - SDVQ

Che un giorno te ne andrai da qui. Ma prima ti righerò la macchina.
Mentre ti saluterò terrò la chiave tesa a sfregiarti un fianco, una guancia. Perderai sangue e verniciatura che a volte non c'è nemmeno tutta sta differenza. Come nei film in cui ti perdi.
Abbiamo programmato con così poca cura il nostro futuro che finiremo dentro qualche burrone ai mille all'ora. Dentro le vetrine di Torino. Dentro il tuo traforo chiuso per lamentele. E ragnatele. Che per alleggerirti sulla bilancia ti togli il cuore e io ti chiamo sul cellulare, perplesso per il tuo distacco impassibile.
Ora che bruci tutto nel falò della tua vendetta finalmente ti abbronzerai. Come nei festival alle 4 del pomeriggio sotto il sole cocente e l'odore di salamelle. E di birra. Hai preso il lettino e ti sei messa su i Rayban, e l'ipod probabilmente passa qualcosa che tu reputi Piacevole. L'ombrellone coi miei abiti. Non ricordo dove abiti.
Che io e te siamo un film di Lynch dove non si capisce mai un cazzo di nulla. Un cazzo di nulla.
Ed era Piacevole sentirti dire che stavo sbagliando. Piacevole per te.
I giorni dedicati ai nostri sorrisi e buon San Mestruo che almeno non sanguini per colpa mia. Per una volta. Per una svolta.
Che sono stanco di dover finire a sputarci contro ogni nostra cronica incapacità di comunicare. Intanto menti così tanto da avere la testa enorme. Aggrapparsi aggrapparsi aggrapparsi sui rapporti vetrati che compongono i nostri condominii di scuse epiche.
Manca l'amore come mancano i messaggi gratis da mandare.
Manca l'amore come mancano le connessioni adsl nei nostri buchi del culo.
Il tuo cattivo gusto nei ragazzi e nelle frasi fuori luogo che mi tiri dietro. Che mi tiri indietro. Ho provato a spiegarti che basterebbe contare fino a dieci ma hai iniziato dall'undici e giustamente dopo un po' te ne sei rotta le palle. La matematica non è un'opinione ma un grosso tomo con formule che mi ha rotto la schiena a 15 anni. e a 13. e a 16.
Io e te e la generazione di storpi che siamo.
Io e te e la generazione di stronzi che siamo.


-Stralci Di Vita Quotidiana-
Mattia Barro

domenica 1 febbraio 2009

"Previsioni" - SDVQ

Le tue previsioni esatte che dovresti fare la meteorologa. O la meteora nella mia vita. Che sai sempre come va a finire e a metà film devo cambiare che inizi ad annoiarti annoiarti. Telecomandi le nostre azioni future nel tuo distacco nobile e nel tuo modo di agire barbarico non ti accorgi di tutti i dettagli su cui cadi sopra quando sei sbronza. Frantumi ogni mio gesto che intanto sono un film con la trama che già conosci e già capisci e quando ti faccio leggere ciò che scrivo mi dici "datti all'ippica" ma oggi nevica così forte che han chiuso gli ippodromi e mi tocca rimettermi a scrivere ed escono cose insensate tipo questa. Che poi non è che se scrivessi chissà quale storia, cambieresti la tua idea di me in em.
I baricentri spostati dei nostri discorsi che finiamo sempre a parlare di cose così distaccate che dici che le nostre domande non sanno di niente e le nostre risposte non sanno niente. anno dopo anno. La pensavo diversa ma hai detto basta basta basta basta basta basta basta basta basta basta basta e io ho replicato che non ho capito e hai fatto uno di quei versi che fai quando sei nervosa e mi viene da ridere nei momenti peggiori. Come i nostri ultimi 8 mesi, in cui ho riso fino alle lacrime.
Ahahahahah.


-Stralci Di Vita Quotidiana-
Mattia Barro