lunedì 10 novembre 2008

"E gli eventi" - SDVQ

E mi alzo con un mal di testa tremendo a causa del tuo zampettare tra i tasti che sei sveglia da un po' ed è tutto un tictactactictac che le mie tempie pompano benzina a 1,4 €/l, come le prostitute. Rumene e per lo più minorenni.
Tu dici "i miei capelli sono uno schifo" e io metto su il caffè che lasceremo raffreddare e che porteremo alle nostre bocche freddo ed amaro. E americano. USA. Mischialo alla mia personalità. Shakera.
Le tue gambe son così magre e le tue labbra così all'ingiù che mi ricordi la bambina con in mano il cartello "non o familia aiuta me" che ho superato ieri, sbadigliando e con l'ipod al massimo. Siamo anestetizzati dalla pietà, dalla violenza, dalla sofferenza, dalla sofferenza, dalla sofferenza e dalle operazioni a cuore aperto. Medici della mutua. Mute subacquee per uscire da sto mare di merda.
E sei pallida. Cazzo se lo sei. Da spaventarmi.
Ti faccio mangiare.
Ti faccio bere.
Ti faccio coraggio.
Tictictictictictictictactactactactactactictictactactictictactactictictactactactictictaccc.
Ti passo la mano tra i capelli come per dirti "stai tranquilla, ci sono io" e vorrei che dicessi "grazie", ma dici "ho dei capelli orrendi ora".
Ma non staresti bene con il segno della mia mano sul tuo viso pallido. Pallido da spaventarmi.
E gli eventi e gli eventi e gli eventi, dicono che mi salveranno. Come nei videogiochi ai save points. Ma la memory card è piena.
Cazzo.
Mi chiama e dice "Ne uscirai, ne uscirai, ne uscirai", chiedo come. "Ne uscirai", dice.

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