lunedì 16 febbraio 2009

"Il giro del mondo il giro del mondo il giro del mondo e tu vomiti" - SDVQ

Ma poi sono arrivati i giorni dopo ed il presente. Ed il futuro prossimo. Che a contare i giorni che mancavano avevamo finito le dita delle nostre mani.
Non c'era Svezia.
Rifare l'asfalto dei nostri sentieri percorsi.
Rifare l'asfalto dei nostri pensieri e di corsa.
Rifare lo smalto dei tuoi ponteggi.
Rifare lo smalto dei miei denti.
E poi son arrivati i corsi universitari e le corsie d'ospedale. I corsi d'acqua dove ci siamo lavati i peccati con lo stesso liquido putrido. Pure tu. E non provavamo imbarazzo a vederci nudi e cosparsi di parti di altri.
Ti ho tenuto la mano quando sei caduta giù nel Grand Canyon e pensavo fosse uno scherzo di cattivo gusto. Avevi la faccia rossa ed eri buffa. Proprio non ci resta che chiuderci in camera tua con i dischi inascoltabili che continui a propinarmi.
L'alba vista dal tuo letto sembra il tramonto. O abbiamo bevuto così tanto da ribaltarci le vite? Che da ubriaca ti sei tatuata il mio nome vicino alla vagina ma manca la i e fa molto ridere. E quando l'hai notato la polizia ha riempito la stanza di lacrimogeni e io ho continuato a riderci su.
Mi hai dato appuntamento sulla torre di Pisa e siamo caduti giù. Solo noi. Avevamo cemento miracolato sulle nostre ginocchia sbucciate. E i cinesi ci facevano foto con obiettivi enormi mentre noi stringevamo i nostri giornalieri obiettivi minuscoli.
Il giro del mondo il giro del mondo il giro del mondo e tu vomiti.
La distanza aerea tra Milano e New York è pari alle nostre incomprensioni settimanali. E Ryan Air intanto ci divora la pazienza reciproca. Al LAX mi dici che hai dei ritardi e non sai dirmi se mentali o mestruali. O orari. E mi limito a sorriderti.
Io e i tuoi xanax sotto la Torre Eiffel.
Io e i tuoi xanax sotto al Big Ben.
Io e i tuoi xanax dentro di me.
Che stare con te era come sposarsi una farmacista.
Quando abbiamo parlato di architettura hai avuto un attacco epilettico pur di non darmi ragione. Diamine. E poi hai attratto tutta quella folla che sembravi un carretto dei gelati.
Avevi sempre fame e la Moleskine della capitale sbagliata.


Abbiamo speso un capitale per starcene a casa quando potevamo uscire ad apprendere qualcosa. A prendere qualcosa.
A perdere qualcosa.


-Stralci Di Vita Quotidiana-
Mattia Barro

1 commento:

Anonimo ha detto...

che lo trovo forte come sempre, ma dopo il tuo appunto sull'essere leggero non riesco a togliermi dalla testa questa immagine:
"Che da ubriaca ti sei tatuata il mio nome vicino alla vagina ma manca la i e fa molto ridere."

<3