lunedì 20 ottobre 2008

STRALCI DI VITA QUOTIDIANA - "The Devil, You+Me"

Prendi un brano dei Notwist, prendi i suicidi, prendi una dipendenza cronica a cui sai solo fingere di dire stop. E cerca di mandare giù tutto con un po' d'acqua. Superata l'iniziale pesantezza, il gusto acre, l'insensatezza del gesto, solo allora, le polaroide inizieranno ad avere senso. The Devil, You+Me.
Serra le persiane prima che diventi giorno. Perdi la cognizione del tempo alle 10 del mattino e alle 10 di sera, con gli occhiali grossi, giganteschi, grotteschi. Testa dentro.
I vicini che rientrano spingendosi sghignazzanti alle 4 del mattino, dormire soli come i cani nelle loro cucce, i carcerati in isolamento, tutti i nostri genitori e i matrimoni e le separazioni non per fare male, ma per peggiorare tutto.
E l'alcool non scende fluido e rapido se la corda della tua impiccagione ti blocca la gola come nel sesso estremo o negli attacchi di panico durante i "grazie di tutto", "grazie di essere qua", "grazie al cazzo". E continueremo ad avere attacchi mentre la fase difensiva risulterà essere raffazzonata e grossolana. Allenatori nel pallone con le palle girate. Perdiamo in casa. Perdiamo la casa.
The Devil.
Le chiavi non entrano nelle fessure e nel chiavare il cazzo non sfonda la figa e la foga di sfondare distruggerà l'ego dei nostri giubbotti di pelle. Toccherà rifarci capelli e guardaroba, modi di porsi e polsi, orologi, elogi, sfregi. Sfoghi.
You+Me.
E le sbornie si allungano e i post sbornia durano fino al tuo compleanno come le ultime foglie sugli alberi. Sui fogli scrivo i miei albori e i loro ori: olimpici e di bigotteria. Continuerò a fare colazione da Tiffany's finchè serviranno quelle brioches al cioccolato. O i muffin.
Hai dei soldi da prestarmi? Ho speso tutto facendomi un culo grosso COSI'.
Avremo ancora problemi a trovare posti in prima fila? Sedie libere? Free drinks?
"Mi dimetto".
Ci stringiamo la mano per salutarci dopo tanto tempo.
"Come stai? Io bene. Ci vediamo in giro".
"Come stai? Io bene. Ci vediamo in giro".
Conversazioni a gettoni perchè le cabine sono occupate da tutti i nostri supermen. E la Super Senza Piombo sale e poi scende, e l'euro sale poi scende. E i dollari li teniamo come ricordo se qualche parente ha avuto la fortuna di andare al di là. E nell'aldilà con pochi spicci trovi davvero delle ottime offerte. A tratti vintage. A tratti retrò.
Il Sogno americano nei cassetti dei mobili svedesi. Le figure di merda degli italiani all'estero. E sentirsi straniero nelle proprio quattro mura. Perdere in casa. Perdere la casa.
Se solo ti mettessi le giuste lenti a contatto mi riconosceresti mentre ti saluto.
Come i bambini fanno già dopo il primo incontro.
Come il piccolo Matteo che spalanca gli occhi e sorride: "Tia".
Torniamo ad essere ingenui e giovani con i cervelli che pesano. Come gli amori corrisposti e quelli no. Soprattutto quelli no.
Siamo occupati. Sembriamo cessi pubblici, mica relazioni d'amore. Non facciamo mai l'amore e le relazioni sembrano tutte negative quando finalmente le stampiamo e le sottoponiamo ad un'ulteriore analisi. Analisi. Ed analisi. Ed analisi. Nulla di preoccupante nei risultati finali che non sappiamo leggere.
Vorrei correre sotto la pioggia e schivarne ogni goccia per potermi fermare di colpo e annegare.
Ma non piove mai abbastanza.
Dio è tirchio, o debole. Od entrambi.
It's the Devil, You+Me.


Mattia Barro

Nessun commento: