domenica 31 ottobre 2010

"Qualsiasi cosa voglia dire casa. Qualsiasi casa voglia dire casa."

Nei discount le casse chiuse con file chilometriche di gente che aveva qualcosa da dire fuori di casa e che ora è fuori di testa e canta fuori sincro. Fuori le nuvole d'ottobre e le otto di sera e cosa saran mai tutti i miei messaggi a cui non dai risposte. Rispolvero canzoni nascoste nei deserti dell'ipod e l'alcool costa troppo che coi soldi che ho spero di cenarci-pranzarci-dormirci.
Tu non sei a casa. Mia.
Qualsiasi cosa voglia dire casa.
Qualsiasi casa voglia dire casa.
Mia.
Non ho l'età per correre e non sfondarmi i polmoni con respiri spaziosi e finisce che sullo sterno mi ci ritrovo casa tua ma arredata male e naturalmente hai invitato tutti a ballarci dentro, tranne me tranne me tranne mentre ti chiamo e non rispondi. Quando fuori piove e mi sfondi i timpani sfoderando il consueto charme e lo scialle.
Che farsene poi dei sentimenti anafilattici che mi schockano?
Laurearsi poi, in cosa.
Al cinema proiettano Ritorno al Futuro e se solo fosse il 27 ottobre 1985 non saremo nemmeno idea di guarnizione che qua perdiamo ovunque. Plurale maiestatis e non siamo mai stati così male.
E trovi il fegato per dirmi che con tutte le mie scontrose paranoie mi si sfonderà il fegato. Io tu e io e i plurali a cazzo, ma giusto per grammaticare frasi errate.
Quando abbiamo preso quell'aereo che poi è esploso l'applauso degli italiani e noi abbiamo pianto ma perchè era finita la scorta di vino mignon che avevo comprato in doppia cifra. Messaggi cifrati di cui nemmeno chiedi spiegazioni.
E' stata una carneficina e ti ricorderò per sempre anche così.
Quando parlo di te parlo di me che d'altro non so scrivere, analfabeta come sono. I giorni che hai segnato sul calendario per il tuo mestuo sono i giorni in cui esco.
No Age.
No way.
Norway.



mattia barro

1 commento:

Anonimo ha detto...

struggente.mi sento te. A.