venerdì 8 ottobre 2010

"The Hard Times of Mattia Barro"

Ottobre è ancora settembre e non ne usciamo più dalle porte di casa chiuse a chiave con te che mi chiedi indicazioni per uscirtene di corsa dal palazzo in fiamme senza passare dal via, ma con la pancia piena.
I servizi igienici in sciopero mentre mi opero al cuore che a ore il rocket riapre e possiamo passare la serata seduti fuori, standoci dentro.
Le foglie non cadono nemmeno se le stacco e mi lascia di smacco vederti entrare di soppiatto dal soffitto. Ti ho affittato un rene: e ora di rimandarmelo indietro nel tempo.
The Hard Times of Mattia Barro.
Parliamo per ore di cose che non ho mai visto e visto che ci siamo parliamo anche di tutti gli amori che hai avuto. E voluto. Ma non valutato.
I marciapiedi di un settembre che si è trascinato come un cancro in bilancia. E di un ottobre che non sembra in grado di mantenere minimamente le promesse promesse maniacalmente. I resoconti di stagioni che non ci hanno lasciato a nostro agio, agitati come siamo rimasti a masticarci su gli eventi violenti che ci hanno spinto in guerra.
C'è astio ovunque.
Quando son cadute lacrime di cartone, mi son preparato latte e tea mentre tu dormivi si, ma dall'altra parte della città, se Milano vuoi e puoi ancora chiamarla così. A casa non hai lasciato nulla e non ho nessuna scusa nessun pretesto nessun bagarino per cercare di contattarti e dirti "non è poi la fine del mondo". Sai.
Che poi per me lo è.
Ad una certa ora rimaniamo solo io e la lampada Ikea e le intrusioni notturne che le mie tempie non amano e i tempi bui nei templi blu. Nè tu. Non rimane nulla da mangiare se non i chili d'ansia sullo sterno che mi fan passare la fame.
E' arrivata l'alba,
torniamo tutti in Piemonte.


Mattia Barro

1 commento:

Anonimo ha detto...

Stupendo, come sempre. A.