martedì 9 marzo 2010

"Quando la casa esplose"

Quando la casa esplose tutto quanto attorno sembrava essersi fermato.

Pareva che l'aria fosse vuota, sospesa tra il niente e il nulla.
Impregnata come non mai della vacuità della provincia.





Erano le 14:32 e il mondo non esisteva se non oltre un fotogramma catturato e propagato nei minuti adiacenti.

L'esplosione fu epica.

Il paesaggio prendeva i colori delle fiamme e delle mura che si sbriciolavano innalzando polvere bianca come a sfumare i contorti. I riflessi dei vetri e i giochi di luce e ombre come se il sole inciampasse di tanto in tanto. Di tanto. In tanto.

Pareva fosse mezzogiorno.





Erano le 14:32 invece e il mondo era un magnifico fotogramma dai colori vivi.

L’esplosione fu epica.

L'epica delle urla e dei pianti e dei versi dei corpi bruciati; nient'altro che macerie sociali. Tutto era bianco come se una nevicata sporca avesse invaso l'agosto della provincia.


Pareva fosse gennaio.
gennaio.





Erano le 14:32.

L’espolsione fu epica.

Quando la casa esplose,
misi gli occhiali da sole e accesi una sigaretta,
perso nella grandiosità di tal dipinto vivente.



Text: Mattia Barro
Pic: Chiara Esposito

1 commento:

Anonimo ha detto...

bene, finalmente ti leggo! David