Quando la casa esplose tutto quanto attorno sembrava essersi fermato.
Pareva che l'aria fosse vuota, sospesa tra il niente e il nulla.
Impregnata come non mai della vacuità della provincia.
Erano le 14:32 e il mondo non esisteva se non oltre un fotogramma catturato e propagato nei minuti adiacenti.
L'esplosione fu epica.
Il paesaggio prendeva i colori delle fiamme e delle mura che si sbriciolavano innalzando polvere bianca come a sfumare i contorti. I riflessi dei vetri e i giochi di luce e ombre come se il sole inciampasse di tanto in tanto. Di tanto. In tanto.
Pareva fosse mezzogiorno.
Erano le 14:32 invece e il mondo era un magnifico fotogramma dai colori vivi.
L’esplosione fu epica.
L'epica delle urla e dei pianti e dei versi dei corpi bruciati; nient'altro che macerie sociali. Tutto era bianco come se una nevicata sporca avesse invaso l'agosto della provincia.
Pareva fosse gennaio.
gennaio.
Erano le 14:32.
L’espolsione fu epica.
Quando la casa esplose,
misi gli occhiali da sole e accesi una sigaretta,
perso nella grandiosità di tal dipinto vivente.
Text: Mattia Barro
Pic: Chiara Esposito
martedì 9 marzo 2010
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1 commento:
bene, finalmente ti leggo! David
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